martedì 30 novembre 2010

Sport: Barça extraterrestre contro i "galactici"

Sconfitta pesantissima per il Real Madrid quella del Camp Nou, battuto con uno scarto di cinque reti, lasciando poco spazio a commenti, ma soprattutto pochissimi alibi al "mago di Setubal".
Uno stadio gremito, quasi 100.000 persone per assistere al "clasico", l'evento sportivo più seguito in Spagna, e seguito con attenzione da milioni di appassionati di calcio da ogni angolo del continente.
Un'attesa che durava da settimane e che ha portato la tensione alle stelle, ma sono bastati appena 18' minuti ai blaugrana, trascinati dall'alieno Messi, per mettere le cose a posto, prima al 10' con Xavi Hernandez che tenuto in gioco da Pepe scavalca Casillas con un pallonetto, e poi al 18' con Pedro che sigla il raddoppio ritrovandosi in porta con il pallone dopo l'ottimo assist di Villa. Poca roba gli uomini di Mourinho che per 40' minuti sono spettatori non paganti e restano aggrappati ad una punizione di Cristiano Ronaldo.
Ad inizio ripresa, lo special one ha giusto il tempo di sostitutire Ozil con Diarra e accomodarsi in panchina per assistere alle altre tre marcature catalane, siglate da Villa al 55' e al 58' e da Jeffren a due minuti dalla fine. Ci pensa poi Sergio Ramos a sottolineare la serataccia Real (che a fine partita conterà sei giocatori ammoniti ed uno espulso) quando scalcia in malo modo Messi e prima di abbandonare il terreno di gioco colpisce con una manata Puyol e poi Xavi.
Per trovare lo stesso identico epilogo, bisogna tornare al Barcellona di Romario, un 5 a 0 che premia il bel calcio e lo spettacolo che i catalani sanno sempre regalare ai propri tifosi e ai tanti appassionati. Come non capire Josè Altafini quando in telecronaca ha solo la forza di dire: "Io non riesco a stargli dietro....fanno passaggi come una macchina da cucito", mentre il solito Mourinho sa sempre cosa dire, scaricando ancora una volta l'intera colpa su i suoi giocatori.
CLASSIFICA LIGA 13° giornata
Barcellona 34
Real Madrid 32
Villarreal 27
Espanyol 25
Valencia 24
Maiorca 21
Atletico Madrid 20
Siviglia 20
Real Sociedad 19
Athletic Bilbao 19
Getafe 17
Osasuna 15
Hercules Alicante 15
Deportivo La Coruna 14
Racing Santander 14
Levante 11
Sporting Gijon 10
Malaga 10
Almeria 9
Real Saragozza 8

Attualità: Vi spiego la crisi....o almeno ci provo!

E' da tempo ormai, che sentiamo parlare di crisi. Il triste avvenimento, iniziato nel 2007, ha fatto si che molti nostri amici, parenti, conoscenti o addirittura genitori, abbiano perso il lavoro.
Ma da dove arriva questa crisi?
E come è potuta arrivare fino al nostro paese?
Rispondere non è facile...ma la mia umile penna proveràa chiarire qualcosa. Tutto comincia dagli Usa, quando nel 2001 i prezzi iniziarono ad  aumentare in maniera rapidissima e i consumatori pensavano che grazie alla scoperta di internet e alle nuove tecnologie i prezzi sarebbero aumentati all'infinito. Ma proviamo a fare un esempio: Luigi compra azioni (ovvero un "pezzetto di società") dell'azienda Google al prezzo di 100€, sicuro che domani il prezzo aumenterà. Il giorno dopo le azioni di Luigi valgono 110€ e anche Marco investirà sicuro dell'aumento delle azioni. Passa qualche tempo e le azioni valgono 120€, quindi Luigi guadagnerebbe 20€ dalla vendita e Marco 10€; loro sono convinti però che il prezzo aumenterà ancora,e non vendono le azioni. Nella stessa situazione di Luigi e Marco ci sono milioni di persone in America. Un giorno però, Luigi si rende conto che il prezzo delle sue azioni è diventato troppo alto ed è difficile che riesca ancora ad aumentare, allora corre in banca e vende le azioni al prezzo corrente che al momento è di 200€. La vendita di Luigi fa diminuire il valore delle azioni e il giorno seguente Marco si accontenterà di 190€.
Questo meccanismo continua a cascata perchè tutti cominceranno a vendere per non essere gli ultimi e vedere il prezzo calato oltre i soldi che avevano speso per comprare le azioni. Molte famiglie si ritrovano invece ad aver perso tutti i loro risparmi quando nel 2003 vanno in banca a vendere le proprie azioni e il ricavato è vicino allo zero.
Di fronte a questa situazione, lo stato americano(con precisione la FED)  abbassa il tasso d'interesse (costo del denaro),dal 6 all'1% affinchè tutti , in questa situazione di difficoltà economica, possano chiedere un prestito. Inoltre il sistema americano inizia a finanziare l'intero importo del mutuo sulla casa a differenza del sistema italiano che finanzia l'80%. Cosa vuol dire? Altro esempio: Mike, cittadino americano, deve comprare una casa del valore di 100.000€ e si reca in banca per un prestito pieno. Mike da come garanzia alla banca, la casa comprata, ovvero, nel caso in cui non riuscirà a pagare le rate, la banca diventerà proprietaria della casa. Nico, cittadino italiano, deve comprare una casa dal valore di 100.000€ . La banca vuole da Nico la la garanzia della casa e vuole che Nico abbia un lavoro stabile, solo così gli concederà un mutuo di 80000€ e non del totale. Se non sarà in grado di pagare la rata, la banca si riprenderà la casa. In Italia dal 2003 al 2007 il mercato è pressochè stabile. Negli Stati Uniti,grazie agli interessi bassi, in tanti iniziano a comprare le case. Questo fa si che aumentino i prezzi degli immobili. Cosa comporta l'aumento rapido dei valori ? Le banche iniziano a concedere mutui a tutti, forti del fatto che il prezzo delle case aumenta. Se i debitori non pagano le rate, le banche si riappropriano delle case acquistate dai cittadini che al momento del prestito valevano 100.000€, ed ora, grazie alla nuova corsa dei prezzi valgono 120.000€. Però le banche avevano sottovalutato un problema: a chi venderanno le case se un giorno tanti debitori non riusciranno a pagare la rata? 
Le banche si ritrovano nel 2007 con un enorme quantitativo di case che hanno prelevato dai debitori insolventi e non riescono più a venderle. Si pensi ad alcune case nelle campagne del Kansas, vendute per qualche dollaro! Questo crollo dei prezzi, unito al fatto che gli istituti finanziari non dispongono più di liquidità, fa aumentare il tasso di interesse delle banche nei confronti dei debitori che invece avevano la possibiltà di pagare la rata, facendo impoverire anche loro. RISULTATO: Se gli americani diventano più poveri non comprano più prodotti italiani, ma si dovranno accontentare dei prodotti a basso prezzo (prodotti cinesi)!. La fabbrica italiana che produceva maglioni pregiati e che vendeva metà dei suoi prodotti negli States dovrà dimezzare la produzione e allo stesso tempolicenziare metà dei propri dipendenti. Gli operai italiani rimasti senza lavoro, dovranno ridurre i propri consumi,e quindi non pagheranno la rata  del mutuo, facendo facendo diminuire per lo stesso effetto americano il prezzo delle case in Italia. Allo stesso tempo non compreranno birra, quindi anche la fabbrica di birra dovrà ridurre il personale. La ditta di trasporti dovrà trasportare meno prodotti, quindi licenzierà altri dipendenti.Tutti questi disoccupati non consumeranno più al bar del paese, quindi, un avvenimento iniziato in America, si ripercuote anche sull'economia locale. Il mio spunto è una banalizzazione di quello che comunque è un problema molto più grande, difficile da comprendere in tutti i suoi aspetti, in quanto abbraccia svariati settori e si trasmette di paese in paese in diversi e complessi modi. La cosa certa è che comunque ci troviamo ad affrontare un momento di difficoltà non scaturito dalla nostra volontà, ma dalla negligenza dell'economia Usa , grande modello da seguire, ma ancora pieno di fragilità.

di Rocco Battista

lunedì 29 novembre 2010

Calcio: Barça-Real Madrid: mès que un clasico

Sarà forse per l’impoverimento delle rose che per far quadrare il bilancio non vedono più presidenti pronti a sborsare cifre esorbitanti per accaparrarsi i maggiori esponenti del calcio moderno o per il calo tecnico ed agonistico del nostro “derby d’Italia”, ma un dato è certo: le vicissitudini  del nostro sport nazionale non suscitano più interesse negli appassionati del calcio mondiale; ne abbiamo avuto ulteriore  prova durante tutta la settimana, assistendo, con un po’ di rammarico, all’incessante attenzione mediatica volta al match di stasera fra le due big del calcio mondiale: Barça e Real Madrid.
Altissimo il valore tecnico delle due squadre, con tredici campioni dell’ultimo campionato del mondo: otto vestiranno blaugrana, cinque la camiseta blanca e
ben dieci calciatori  candidati al pallone d’oro.
 Il derby iberico vedrà da una parte Messi, sette volte a segno in otto “clasici” disputati (per lui anche una tripletta nel 2007), puro talento per tutti gli amanti del pallone, e dall’altra Cristiano Ronaldo, mai andato a segno contro i catalani. Quello di stasera, il derby di Spagna, il derby del mondo, non sarà solo un mero confronto agonistico tra due squadre galattiche, che infiammeranno lo stadio e gli spettatori di tutto il mondo per quei tre punti,o lo scontro tra due condottieri come Guardiola, pacato e rassicurante, e Mourinho, più libero ed esuberante,   e non sarà neanche la partita che sancirà la supremazia definitiva di una team sull’altro ai fini della liga; il confronto tra Barça e real  da sempre va oltre il calcio: è questione di storia, di politica, non solo di gol.
È la storia degli opposti, tra due modi di pensare, tra due popoli diversi nella vita, tra le due parti della Spagna che a volte faticano a convivere; tra i catalani animati da uno slancio autonomista, voglioso di indipendenza, come dimostrano  le recentissime elezioni regionali che hanno consegnato la vittoria al partito del Ciu di stampo nazionalista, e i madrileni, attaccati visceralmente a quel palazzo del potere tanto odiato dai “Culés”. E' l’eterna differenza fra due squadre gestite in modo opposto, in due modi di intendere il calcio: la perseveranza nel coltivare i giocatori del proprio vivaio, nel caso dei catalani, e la spasmodica ricerca del campione, della stella affermata da comprare e convertire in business, nel caso dei madrileni.
Sembra davvero il trionfo dell’antetitesi, quello che avrà vita stasera alle 21.00 al Camp Nou, ma andando a fondo, un comun divisore c’è: sono i club più ricchi del mondo. Una ricchezza un po’ farlocca, a dire il vero, visti i cinquecento miliardi di debito per il Real e poco meno per i blau grana; cosa da non sottovalutare, in epoca di fair-play finanziario.


V.D'E.


Attualità: Lavorare in banca

             

Lavorare in Banca per un giovane neo assunto non presenta molte più sicurezze rispetto ai contratti offerti dalle altre aziende.
La certezza che veniva offerta dagli Istituti Bancari fino a pochi anni fa, ora non trova più conferma.
Ma questa considerazione non deve spaventarci. Le aziende che operano nel nostro mercato sono state sempre più affollate da gente che, con un contratto stabile, ci ha gratificato gettando la penna alla fine del regolare orario di lavoro e non facendo sacrifici.
La situazione in cui ci troviamo noi neolaureati, dai 22 ai 28 anni, è invece assai diversa.
Siamo protagonisti di una realtà difficile è vero.
Non c’è più posto per “scansafatiche”, per lavoratori con un posto di lavoro dietro casa, per studenti senza un titolo di studio che non sia una laurea specialistica.
Parla una persona che ha da poco superato un concorso per entrare a far parte di un Istituto Bancario di grandi dimensioni, che tutt’ora frequenta la laurea specialistica e che ogni giorno lavora 10 ore al giorno per poi mettersi sui libri, sottolineando una posizione lavorativa con contratto a termine.
Siamo noi il futuro, persone che ogni giorno mostrano alle proprie famiglie quanto non siano stati vani i sacrifici sostenuti durante questi anni per mantenere i nostri studi e le nostre vite private.
È per questo che voglio sottolineare alcuni brevi concetti da non scordare mai…anche in momenti in cui la fiducia in noi stessi viene a mancare…
Sacrificio dal primo minuto, voglia di mettersi in gioco, di imparare ogni singola informazione, sia per mezzo di esami universitari, sia per esperienze lavorative; umiltà, di abbassare la testa dopo aver preso un titolo di studio universitario, per imparare anche le cose più banali, ricordando che l’università non fa diventare imperatori! Ed infine forza di volontà, nessuno ci verrà a chiamare nelle nostre abitazioni per proporci condizioni migliori.
Non per questo stage non retribuiti, contratti a termine, e contratti a progetto aiutano a farci forza.
I raccomandati ci saranno sempre, chiamate ad “amici” allo stesso modo.
Ma ragazzi, per la gente che non smette mai di lottare, potrà sempre correre a testa alta; perché non è oggi, non è domani, ma prima o poi qualcuno si accorgerà della nostra forza, e  non farà altro che stringerci la mano per offrirci un futuro migliore.

Sport: La prima neve e le vecchie polemiche


A quanto pare questa prima neve, dopo aver bloccato prima del fischio d’inizio Bologna-Chievo ed altre sei partite in Lega Pro,ha lasciato tanti strascichi,oltre allo sconforto in tanti supporters che la domenica si recano negli stadi di tutta Italia. Ma è proprio questo quello di cui si discute oggi nelle sedi della Lega. Ancora una volta il calcio italiano si trova ad affrontare il degrado in cui versano i tanti impianti delle nostre città. Tanti quotidiani riportavano oggi lo sfogo del presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta che ha reclamato sulla questione stadi che impediscono il funzionamento del sistema calcio e lamentato uno scarso impegno del governo, che,a suo dire,al momento sembra avere cose più importanti da fare.
L'Italia è agli ultimi posti in Europa se non all'ultimo per quanto riguarda la sicurezza e l'accoglienza degli stadi, scavalcata in classifica da paesi in cui il calcio non è considerato neanche sport nazionale, ed è seguito da una minoranza del paese,come ad esempio Norvegia, Finlandia, Svezia,Estonia, Lituania e perfino la Bielorussia, paesi in cui nevica per più di 150 giorni all'anno, dove si vedono stadi all'avanguardia ,quasi sempre semivuoti (lo dico per esperienza diretta) e senza alcuna forma preventiva di sicurezza.
Allora la domanda è sempre la stessa: perchè in Italia, che ha uno dei tre campionati più seguiti al mondo e dove il calcio suscita più interesse anche della politica nazionale (statistiche alla mano) abbiamo impianti che tra tornelli,doppie entrate e gabbie, hanno più le sembianze di una prigione che di un sano luogo di sport?
E' davvero difficile dare una risposta; gli stadi sono ancora sotto la tutela dei comuni che non vogliono privarsene in alcun modo essendo per queste istituzioni solo fonte di guadagno e delegando le spese alle società, e quando è dai campionati del mondo di Italia 90' ,che nel nostro paese non si da importanza agli impianti sportivi, mentre in altre nazioni come Inghilterra e Germania  vengono considerati quasi un luogo sacro. Ancora una volta mi viene da dire che è una questione di mentalità, e che forse, quando in un paese che presenta problemi più seri, si aspetta l'intervento del governo per far fronte alla questione stadi, vuol dire che oltre agli impianti forse abbiamo anche una cultura sportiva di livello inferiore.

domenica 28 novembre 2010

Sport: Riepilogo 14° giornata




In attesa del posticipo del Barbera tra Palermo e Roma, questa 14° giornata ci presenta due pareggi negli anticipi del sabato,con Sampdoria-Milan e Juventus-Fiorentina che terminano rispettivamente con il risultato di 1 a 1.Una Sampdoria che ancora orfana di Cassano vende cara la pelle fermando il Milan al palo e impendendo il tentativo di fuga dei rossoneri.Il Milan di rientro dagli impegni europei in
Champions,si presenta a Marassi con poche idee e al primo spunto del solito Ibra passa in vantaggio con Robinho sul finire del primo tempo, per poi essere raggiunto al 14' della ripresa da Pazzini che si avventa sulla palla dopo una mischia nell'area piccola sotto gli occhi di Abbiati. Buon punto per i blucerchiati che per buona parte del match non riescono proprio a nascondere la carenza di talento che il reparto offensivo e l'impegno del giovane Marilungo non riescono a nascondere. Nel secondo anticipo la Juventus soffre non poco contro una Firorentina che si presenta ancora una volta senza Mutu. Gli ospiti passano subito in vantaggio con autogol di Motta costringendo i bianconeri ad inseguire per quasi tutto il primo tempo. Nella ripresa la squadra di Del Neri cresce impegnando non poco Boruc che con due prodezze riesce a difendere il risultato, sbagliando poi su una punizione di Pepe. Finisce 1-1, un risultato giusto che forse serve più ai bianconeri e lascia l'amaro in bocca alla Fiorentina che aveva accarezzato il sogno dei tre punti.
L'Inter riprende ossigeno in campionato nonostante l'assenza di Samuel Eto'o (squalificato per tre turni) suo giocatore più prolifico fino a questo momento della stagione,rifilando cinque reti al Parma,che passato subito in vantaggio con l'ex Hernan Crespo,non è mai sembrato troppo convinto di crederci, subendo le iniziative di uno Stankovic in uno stato di grazia e che alla fine realizzerà una tripletta.Le altre reti portano le firme di Cambiasso,Crespo che accorcia le distanze (prima della debacle finale) e del rientrante Thiago Motta. L'Inter che non riusciva ad imporsi in campionato dal 29 ottobre,quando riuscì a battere il Genoa in trasferta, torna alla vittoria e a scalare la classifica che la vedeva porsi in una situazione sempre più preoccupante. Le vere novità di questa giornata però,sono la sconfitta del Napoli sul campo dell'Udinese e il pareggio interno della Lazio contro un Catania dell'assente Maxi Lopez.
I partenopei incappano in un turno disastroso dovuto alla scarsa verve di molti dei titolari,alla grande prestazione dei vari Isla, Sanchez ed Inler e ad uno straripante Di Natale che prima induce all'errore l'estremo difensore De Sanctis procurandosi e trasformando un rigore, poi con un bolide che trova l'incrocio dei pali e infine con l'aiuto di un evanescente Hamsik che salta su un calcio d'angolo facendo carambolare la palla in rete. Le uniche risposte del Napoli sono tutte in un tiro di Hamsik che si farà parare anche un rigore da Handanovic e da azione inconcludenti di Lavezzi e Cavani. Tre punti ottimi per l'Udinese e brusco stop per gli azzurri che si fermano a quota 24 in classifica.   Pareggio inaspettato per la Lazio che non va oltre l'1 a 1 contro un Catania che passa in vantaggio con Silvestre e conquista un punto più per demeriti degli avversari che per il proprio impegno. L'unica risposta laziale è un azione personale di Hernanes che agguanta il pari dopo soli 3' minuti dal vantaggio etneo. Biancocelesti che restano a meno tre dalla vetta e che buttano via due punti che potrebbero rivelarsi fondamentali per il prosieguo della stagione. Bologna-Chievo e Brescia-Genoa sono l'immagine riflessa del maltempo che in queste settimane sta flagellando la penisola, il primo match è stato rinviato causa maltempo, mentre Brescia e Genoa hanno pensato più a difendersi dalla fitta neve che a cercare di conquistare un pallone che stentava a vedersi. Partita scialba e priva di emozioni quella giocata nel pantano del Rigamonti che regala un alibi a Iachini salvandogli la panchina, e poche occasioni ad un Genoa mai caparbio e poco volenteroso. Un punto a testa e tutti al riparo.
Il Bari ancora in crisi non va oltre il pari nello scontro diretto con il Cesena che passa in vantaggio con un rigore di Colucci,e conquista un ottimo punto con il minimo sforzo al San Nicola.
Un Bari in continua emergenza si presenta in attacco con il solo Caputo,e con un infermeria ancora piena. Porta a casa un pari che vuol dire ancora crisi piena e fondo della classifica. Seconda vittoria consecutiva invece per il Cagliari di Donadoni che con la doppietta di Matri e il gol di Canini centra la vittoria contro un Lecce che incappa nella terza sconfitta consecutiva e che nonostante mostri impegno sembrano lanciarci un messaggio "questa A è troppo per noi".