giovedì 2 dicembre 2010

Sport: Lo sciopero del privilegio

Questa mattina, mentre ero in giro per adempiere ai miei doveri di un qualunque onesto cittadino, bravo figlio, studente e lavoratore occasionale, mi sono imbattutto in un "Indetto sciopero calciatori...Oddo: sono in ballo i diritti dell'uomo". Inutile dire che un sorriso ha preso forma sul mio volto incredulo, più che per la notizia in sè, per il modo in cui è veniva riportata, ho cosi deciso di andare a fondo e documentarmi sulla vicenda per notificare i "diritti violati". L’Associazione Italiana Calciatori, preso atto dell’impossibilità di addivenire con la Lega di Serie A ad un’intesa sul rinnovo dell’Accordo Collettivo, conferma che i calciatori non scenderanno in campo alla 16ª giornata di campionato della massima serie, fissata l’11 e 12 dicembre prossimi”,è il comunicto che si legge sulle pagine dell' AIC e che ha suscitato cosi tanto clamore. Sono otto gli articoli del regolamento che hanno creato divergenze tra Lega Calcio,società sportive e calciatori: proviamo ad analizzarli uno alla volta. Il primo riguarda i trasferimenti, le società hanno richiesto che i loro calciatori a parità di stipendio (molto lauto) se non rientrano più nei piani della loro squadra di appartenenza devono traferirsi in un'altra società che per loro ha formulato un offerta,cosi da non gravare sulle spese. Altro punto gli ingaggi,le società in Italia pagano all'incirca l'80-90% degli ingaggi ai propri calciatori mentre il restante è pagato da sponsor e quant altro. In altri paesi ciò non accade, c'è un minima parte di stipendio fisso all'incirca il 40-50% e poi tutto il resto viene retribuito con bonus legati, a rendimento, presenze,
premi partita, premi stagionali ed altro, una specie di paga a prestazione oltre un fisso previsto da contratto.
Poi c'è la questione delle multe, le società chiedono di togliere il limite del 30% dalla paga mensile, per sanzionare a seconda dell'infrazione i calciatori. A seguire ci sono i fuori rosa, cioè quei calciatori che (esempio calzante, Cassano della Sampdoria) vengono messi fuori squadra per motivi disciplinari, tecnici ecc. Le società chiedono di poter escludere questi calciatori dagli allenamenti e già dal ritiro pre campionato, mentre adesso possono farlo solo in prossimità di un singolo match. Poi ancora affari personali e cure mediche,le società chiedono, che, senza il consenso preventivo e scritto della società, i loro dipendenti non potranno iniziare un’attività professionale o imprenditoriale, propria,e imporre il divieto di “partecipare ad attività potenzialmente sconvenienti per un atleta professionista”. Per quanto riguarda le cure mediche sempre le società vogliono si pagare cure mediche e assistenza ai loro calciatori ma fregiarsi della facoltà di scegliere loro cliniche,specialisti e altro, cosi da controllare bene le spese e il bilancio. Infine ci sono il comportamento e il rapporto con i media, ossia che ogni calciatore da loro tesserato debba seguire un preciso codice etico, e di evitare di fare pubbliche dichiarazioni senza l’autorizzazione delle società sui propri siti internet.( facebook,twitter e altri social network).
Ora la prima domanda che mi pongo è, dove sono questi diritti dell'uomo negati a questi umili lavoratori?
Non vedo nulla di particolarmente sconvolgente se una società ti assicura lo stesso stipendio prima di trasferirti in un altra rosa, se le società intendono pagare gli ingaggi con un fisso mensile e il resto tenendo conto del rendimento (accade in tutte le normali società,anche nei lavori più umili dove gli ingaggi non sono certo milionari), se le società vogliono multare tenendo conto della gravità del fatto e del danno materiale e all'immagine (se la sera vai a festini, e la mattina non rendi in campo, la società ci rimette, soprattutto quelle quotate in borsa, ed esiste in una qualsiasi azienda questo regolamento). Mi sembra giusto che una società abbia il diritto di decidere a quali specialisti affidarsi(già ottimi specialisti) per assistere i propri calciatori, legittimo che le società vogliano che i calciatori si dedichino in primis alla squadra e alla professione di calciatore( visto quello che pagano) prima che questi ultimi avviino altre attività. Se una società ritiene che un suo dipendente possa minare l'armonia della squadra è giusto che motivandolo lo metta fuori rosa, ed è anche giusto che richiedano comportamenti eticamente corretti,cosi magari la domenica si può evitare di assistere a testate, simulazioni, offese e intimidazioni in campo e fuori(sono esempio per milioni di giovani).
Insomma affermazioni come quelle di Oddo, (difensore del Milan) non solo non stanno nè in cielo nè in terra, ma rendono ridicola una classe già di per sè tanto bersagliata, oltre che, un offesa a chi in questi ultimi anni si è visto soffiare il proprio lavoro, a chi fa davvero degli sforzi e tante rinunce per tenerselo stretto e mandare avanti intere famiglie con poco più di 1000 euro al mese e non per 1,5-2 milioni di euro annui, per chi spende soldi per seguire la propria squadra sempre e comunque e per quelli che giocare a calcio è un sogno ed è il premio dopo una giornata di lavoro.




mercoledì 1 dicembre 2010

Scuola: Riforma Gelmini, cosa cambia?




Ieri la Camera dei Deputati ha dato il via libera alla riforma Gelmini che ora aspetta l’approvazione finale in Senato. Io, come tantissimi giovani indignati del nostro Paese, sono andato a contestare in piazza di Montecitorio, in una Roma blindata che sembrava ospitasse il G8. A differenza di tanti (o quasi tutti) che vogliono vedere il provvedimento decadere, la mia posizione è diversa: la riforma potrebbe a mio avviso essere una svolta epocale per il sistema universitario italiano, ma è una “riforma che non c’è”. Infatti il provvedimento sembra più dettato dalle esigenze di Tremonti per portare il bilancio in pari, che quelle dell’innovatrice Gelmini. Vengo al dunque. I punti principali del provvedimento sono: un solo mandato per i rettori (non più rettori a vita), divieto di assumere parenti fino al quarto grado nello stesso ateneo (addio parentopoli),  ricercatori assunti con il sistema tenure-track (3+3anni, dopo dei quali o assunti a tempo indeterminato o fuori dall’università),  i docenti dovranno certificare la loro presenza in classe, valutazione degli studenti ai professori, riduzione del numero dei corsi, possibilità per ogni ateneo di avere un massimo di 12 facoltà, possibilità di far entrare nel CDA universitario membri esterni (aziende che magari finanziano la ricerca). Fin qui la riforma non presenta problemi se non quello di aver ridotto il finanziamento alle università e “assassinato” il diritto allo studio con una caduta drastica dei fondi, sostituendolo con prestiti che le banche convenzionate daranno agli studenti, e ne avranno restituzione alla fine degli studi. A differenza della Germania e della Francia, che danno al diritto allo studio una cifra intorno ai 2 MILIARDI di euro, ci ritroveremo fra qualche anno a dover andare a chiedere un prestito in banca per studiare con la promessa che, finiti gli studi, andremo a riportare quanto prestatoci. Un cambiamento che poteva rendere più competitiva l’università italiana si trasforma in una lama a doppio taglio. Fiduciosi che le istituzioni si rendano conto di questo enorme buco nella riforma, attendiamo nuovi risvolti.

di Rocco Battista

Attualità: Crisi istituzionale

Affermare che l’Italia stia attraversando soltanto una crisi di governo, è triste a dirlo, ma è riduttivo. Una crisi di governo si configura quando l’esecutivo non dispone più di una maggioranza in Parlamento che gli permette di governare. Ben diversa è invece la situazione attuale nel nostro paese. Giornalmente assistiamo  ad una mancanza di responsabilità, che coinvolge i poteri dello stato a 360 gradi. L’avviso di garanzia, che era nelle intenzioni del legislatore che lo ha introdotto, una funzione garantista, è diventato uno strumento di aggressione politica e mediatica. Il principio costituzionale della presunzione di innocenza fino alla condanna sembra non contare più nulla. La magistratura che ha il compito di amministrare la giustizia è perennemente sotto accusa,  ed i magistrati a seconda del giornale che leggi o del tg che ascolti, sono dei martiri o  degli aguzzini. Organi  dello stato si accusano reciprocamente di invasione di competenza.  La soluzione di coloro che questo clima hanno contribuito a creare è sempre la stessa, modificare la nostra “signora” Costituzione, riconosciuta dal diritto internazionale come una delle migliori se non la migliore al mondo. È inutile modificare la Costituzione  quando manca la “responsabilità”,  e questa mancanza di responsabilità che dovrebbe contraddistinguere la classe dirigente sta allontanando i cittadini e soprattutto i giovani, dall’interesse per la politica e dal rispetto per le istituzioni.  Anche per fare il più umile dei mestieri bisogna essere incensurati, non capisco perché i problemi giudiziari non sono un ostacolo per l’amministrazione della cosa pubblica? È normale che lo scontro politico si sia spostato dal parlamento alle aule di tribunale? È questo quello di cui abbiamo bisogno, necessitiamo di una stabilità di governo, impensabile con l’attuale sistema elettorale. Nemmeno in piena crisi i nostri politici hanno abbandonato gli interessi personali e di partito, per cercare una larga intesa con cui affrontare i problemi reali dei cittadini. E mentre Napoli è sommersa dall’immondizia, nelle tribune politiche in televisione la demagogia e la strumentalizzazione regnano. Non stupiamoci allora se il pubblico preferisce guardare il grande fratello.
No signori questa non è una semplice crisi di governo, questa è una vera e propria crisi istituzionale!!


martedì 30 novembre 2010

Sport: Barça extraterrestre contro i "galactici"

Sconfitta pesantissima per il Real Madrid quella del Camp Nou, battuto con uno scarto di cinque reti, lasciando poco spazio a commenti, ma soprattutto pochissimi alibi al "mago di Setubal".
Uno stadio gremito, quasi 100.000 persone per assistere al "clasico", l'evento sportivo più seguito in Spagna, e seguito con attenzione da milioni di appassionati di calcio da ogni angolo del continente.
Un'attesa che durava da settimane e che ha portato la tensione alle stelle, ma sono bastati appena 18' minuti ai blaugrana, trascinati dall'alieno Messi, per mettere le cose a posto, prima al 10' con Xavi Hernandez che tenuto in gioco da Pepe scavalca Casillas con un pallonetto, e poi al 18' con Pedro che sigla il raddoppio ritrovandosi in porta con il pallone dopo l'ottimo assist di Villa. Poca roba gli uomini di Mourinho che per 40' minuti sono spettatori non paganti e restano aggrappati ad una punizione di Cristiano Ronaldo.
Ad inizio ripresa, lo special one ha giusto il tempo di sostitutire Ozil con Diarra e accomodarsi in panchina per assistere alle altre tre marcature catalane, siglate da Villa al 55' e al 58' e da Jeffren a due minuti dalla fine. Ci pensa poi Sergio Ramos a sottolineare la serataccia Real (che a fine partita conterà sei giocatori ammoniti ed uno espulso) quando scalcia in malo modo Messi e prima di abbandonare il terreno di gioco colpisce con una manata Puyol e poi Xavi.
Per trovare lo stesso identico epilogo, bisogna tornare al Barcellona di Romario, un 5 a 0 che premia il bel calcio e lo spettacolo che i catalani sanno sempre regalare ai propri tifosi e ai tanti appassionati. Come non capire Josè Altafini quando in telecronaca ha solo la forza di dire: "Io non riesco a stargli dietro....fanno passaggi come una macchina da cucito", mentre il solito Mourinho sa sempre cosa dire, scaricando ancora una volta l'intera colpa su i suoi giocatori.
CLASSIFICA LIGA 13° giornata
Barcellona 34
Real Madrid 32
Villarreal 27
Espanyol 25
Valencia 24
Maiorca 21
Atletico Madrid 20
Siviglia 20
Real Sociedad 19
Athletic Bilbao 19
Getafe 17
Osasuna 15
Hercules Alicante 15
Deportivo La Coruna 14
Racing Santander 14
Levante 11
Sporting Gijon 10
Malaga 10
Almeria 9
Real Saragozza 8

Attualità: Vi spiego la crisi....o almeno ci provo!

E' da tempo ormai, che sentiamo parlare di crisi. Il triste avvenimento, iniziato nel 2007, ha fatto si che molti nostri amici, parenti, conoscenti o addirittura genitori, abbiano perso il lavoro.
Ma da dove arriva questa crisi?
E come è potuta arrivare fino al nostro paese?
Rispondere non è facile...ma la mia umile penna proveràa chiarire qualcosa. Tutto comincia dagli Usa, quando nel 2001 i prezzi iniziarono ad  aumentare in maniera rapidissima e i consumatori pensavano che grazie alla scoperta di internet e alle nuove tecnologie i prezzi sarebbero aumentati all'infinito. Ma proviamo a fare un esempio: Luigi compra azioni (ovvero un "pezzetto di società") dell'azienda Google al prezzo di 100€, sicuro che domani il prezzo aumenterà. Il giorno dopo le azioni di Luigi valgono 110€ e anche Marco investirà sicuro dell'aumento delle azioni. Passa qualche tempo e le azioni valgono 120€, quindi Luigi guadagnerebbe 20€ dalla vendita e Marco 10€; loro sono convinti però che il prezzo aumenterà ancora,e non vendono le azioni. Nella stessa situazione di Luigi e Marco ci sono milioni di persone in America. Un giorno però, Luigi si rende conto che il prezzo delle sue azioni è diventato troppo alto ed è difficile che riesca ancora ad aumentare, allora corre in banca e vende le azioni al prezzo corrente che al momento è di 200€. La vendita di Luigi fa diminuire il valore delle azioni e il giorno seguente Marco si accontenterà di 190€.
Questo meccanismo continua a cascata perchè tutti cominceranno a vendere per non essere gli ultimi e vedere il prezzo calato oltre i soldi che avevano speso per comprare le azioni. Molte famiglie si ritrovano invece ad aver perso tutti i loro risparmi quando nel 2003 vanno in banca a vendere le proprie azioni e il ricavato è vicino allo zero.
Di fronte a questa situazione, lo stato americano(con precisione la FED)  abbassa il tasso d'interesse (costo del denaro),dal 6 all'1% affinchè tutti , in questa situazione di difficoltà economica, possano chiedere un prestito. Inoltre il sistema americano inizia a finanziare l'intero importo del mutuo sulla casa a differenza del sistema italiano che finanzia l'80%. Cosa vuol dire? Altro esempio: Mike, cittadino americano, deve comprare una casa del valore di 100.000€ e si reca in banca per un prestito pieno. Mike da come garanzia alla banca, la casa comprata, ovvero, nel caso in cui non riuscirà a pagare le rate, la banca diventerà proprietaria della casa. Nico, cittadino italiano, deve comprare una casa dal valore di 100.000€ . La banca vuole da Nico la la garanzia della casa e vuole che Nico abbia un lavoro stabile, solo così gli concederà un mutuo di 80000€ e non del totale. Se non sarà in grado di pagare la rata, la banca si riprenderà la casa. In Italia dal 2003 al 2007 il mercato è pressochè stabile. Negli Stati Uniti,grazie agli interessi bassi, in tanti iniziano a comprare le case. Questo fa si che aumentino i prezzi degli immobili. Cosa comporta l'aumento rapido dei valori ? Le banche iniziano a concedere mutui a tutti, forti del fatto che il prezzo delle case aumenta. Se i debitori non pagano le rate, le banche si riappropriano delle case acquistate dai cittadini che al momento del prestito valevano 100.000€, ed ora, grazie alla nuova corsa dei prezzi valgono 120.000€. Però le banche avevano sottovalutato un problema: a chi venderanno le case se un giorno tanti debitori non riusciranno a pagare la rata? 
Le banche si ritrovano nel 2007 con un enorme quantitativo di case che hanno prelevato dai debitori insolventi e non riescono più a venderle. Si pensi ad alcune case nelle campagne del Kansas, vendute per qualche dollaro! Questo crollo dei prezzi, unito al fatto che gli istituti finanziari non dispongono più di liquidità, fa aumentare il tasso di interesse delle banche nei confronti dei debitori che invece avevano la possibiltà di pagare la rata, facendo impoverire anche loro. RISULTATO: Se gli americani diventano più poveri non comprano più prodotti italiani, ma si dovranno accontentare dei prodotti a basso prezzo (prodotti cinesi)!. La fabbrica italiana che produceva maglioni pregiati e che vendeva metà dei suoi prodotti negli States dovrà dimezzare la produzione e allo stesso tempolicenziare metà dei propri dipendenti. Gli operai italiani rimasti senza lavoro, dovranno ridurre i propri consumi,e quindi non pagheranno la rata  del mutuo, facendo facendo diminuire per lo stesso effetto americano il prezzo delle case in Italia. Allo stesso tempo non compreranno birra, quindi anche la fabbrica di birra dovrà ridurre il personale. La ditta di trasporti dovrà trasportare meno prodotti, quindi licenzierà altri dipendenti.Tutti questi disoccupati non consumeranno più al bar del paese, quindi, un avvenimento iniziato in America, si ripercuote anche sull'economia locale. Il mio spunto è una banalizzazione di quello che comunque è un problema molto più grande, difficile da comprendere in tutti i suoi aspetti, in quanto abbraccia svariati settori e si trasmette di paese in paese in diversi e complessi modi. La cosa certa è che comunque ci troviamo ad affrontare un momento di difficoltà non scaturito dalla nostra volontà, ma dalla negligenza dell'economia Usa , grande modello da seguire, ma ancora pieno di fragilità.

di Rocco Battista

lunedì 29 novembre 2010

Calcio: Barça-Real Madrid: mès que un clasico

Sarà forse per l’impoverimento delle rose che per far quadrare il bilancio non vedono più presidenti pronti a sborsare cifre esorbitanti per accaparrarsi i maggiori esponenti del calcio moderno o per il calo tecnico ed agonistico del nostro “derby d’Italia”, ma un dato è certo: le vicissitudini  del nostro sport nazionale non suscitano più interesse negli appassionati del calcio mondiale; ne abbiamo avuto ulteriore  prova durante tutta la settimana, assistendo, con un po’ di rammarico, all’incessante attenzione mediatica volta al match di stasera fra le due big del calcio mondiale: Barça e Real Madrid.
Altissimo il valore tecnico delle due squadre, con tredici campioni dell’ultimo campionato del mondo: otto vestiranno blaugrana, cinque la camiseta blanca e
ben dieci calciatori  candidati al pallone d’oro.
 Il derby iberico vedrà da una parte Messi, sette volte a segno in otto “clasici” disputati (per lui anche una tripletta nel 2007), puro talento per tutti gli amanti del pallone, e dall’altra Cristiano Ronaldo, mai andato a segno contro i catalani. Quello di stasera, il derby di Spagna, il derby del mondo, non sarà solo un mero confronto agonistico tra due squadre galattiche, che infiammeranno lo stadio e gli spettatori di tutto il mondo per quei tre punti,o lo scontro tra due condottieri come Guardiola, pacato e rassicurante, e Mourinho, più libero ed esuberante,   e non sarà neanche la partita che sancirà la supremazia definitiva di una team sull’altro ai fini della liga; il confronto tra Barça e real  da sempre va oltre il calcio: è questione di storia, di politica, non solo di gol.
È la storia degli opposti, tra due modi di pensare, tra due popoli diversi nella vita, tra le due parti della Spagna che a volte faticano a convivere; tra i catalani animati da uno slancio autonomista, voglioso di indipendenza, come dimostrano  le recentissime elezioni regionali che hanno consegnato la vittoria al partito del Ciu di stampo nazionalista, e i madrileni, attaccati visceralmente a quel palazzo del potere tanto odiato dai “Culés”. E' l’eterna differenza fra due squadre gestite in modo opposto, in due modi di intendere il calcio: la perseveranza nel coltivare i giocatori del proprio vivaio, nel caso dei catalani, e la spasmodica ricerca del campione, della stella affermata da comprare e convertire in business, nel caso dei madrileni.
Sembra davvero il trionfo dell’antetitesi, quello che avrà vita stasera alle 21.00 al Camp Nou, ma andando a fondo, un comun divisore c’è: sono i club più ricchi del mondo. Una ricchezza un po’ farlocca, a dire il vero, visti i cinquecento miliardi di debito per il Real e poco meno per i blau grana; cosa da non sottovalutare, in epoca di fair-play finanziario.


V.D'E.


Attualità: Lavorare in banca

             

Lavorare in Banca per un giovane neo assunto non presenta molte più sicurezze rispetto ai contratti offerti dalle altre aziende.
La certezza che veniva offerta dagli Istituti Bancari fino a pochi anni fa, ora non trova più conferma.
Ma questa considerazione non deve spaventarci. Le aziende che operano nel nostro mercato sono state sempre più affollate da gente che, con un contratto stabile, ci ha gratificato gettando la penna alla fine del regolare orario di lavoro e non facendo sacrifici.
La situazione in cui ci troviamo noi neolaureati, dai 22 ai 28 anni, è invece assai diversa.
Siamo protagonisti di una realtà difficile è vero.
Non c’è più posto per “scansafatiche”, per lavoratori con un posto di lavoro dietro casa, per studenti senza un titolo di studio che non sia una laurea specialistica.
Parla una persona che ha da poco superato un concorso per entrare a far parte di un Istituto Bancario di grandi dimensioni, che tutt’ora frequenta la laurea specialistica e che ogni giorno lavora 10 ore al giorno per poi mettersi sui libri, sottolineando una posizione lavorativa con contratto a termine.
Siamo noi il futuro, persone che ogni giorno mostrano alle proprie famiglie quanto non siano stati vani i sacrifici sostenuti durante questi anni per mantenere i nostri studi e le nostre vite private.
È per questo che voglio sottolineare alcuni brevi concetti da non scordare mai…anche in momenti in cui la fiducia in noi stessi viene a mancare…
Sacrificio dal primo minuto, voglia di mettersi in gioco, di imparare ogni singola informazione, sia per mezzo di esami universitari, sia per esperienze lavorative; umiltà, di abbassare la testa dopo aver preso un titolo di studio universitario, per imparare anche le cose più banali, ricordando che l’università non fa diventare imperatori! Ed infine forza di volontà, nessuno ci verrà a chiamare nelle nostre abitazioni per proporci condizioni migliori.
Non per questo stage non retribuiti, contratti a termine, e contratti a progetto aiutano a farci forza.
I raccomandati ci saranno sempre, chiamate ad “amici” allo stesso modo.
Ma ragazzi, per la gente che non smette mai di lottare, potrà sempre correre a testa alta; perché non è oggi, non è domani, ma prima o poi qualcuno si accorgerà della nostra forza, e  non farà altro che stringerci la mano per offrirci un futuro migliore.

Sport: La prima neve e le vecchie polemiche


A quanto pare questa prima neve, dopo aver bloccato prima del fischio d’inizio Bologna-Chievo ed altre sei partite in Lega Pro,ha lasciato tanti strascichi,oltre allo sconforto in tanti supporters che la domenica si recano negli stadi di tutta Italia. Ma è proprio questo quello di cui si discute oggi nelle sedi della Lega. Ancora una volta il calcio italiano si trova ad affrontare il degrado in cui versano i tanti impianti delle nostre città. Tanti quotidiani riportavano oggi lo sfogo del presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta che ha reclamato sulla questione stadi che impediscono il funzionamento del sistema calcio e lamentato uno scarso impegno del governo, che,a suo dire,al momento sembra avere cose più importanti da fare.
L'Italia è agli ultimi posti in Europa se non all'ultimo per quanto riguarda la sicurezza e l'accoglienza degli stadi, scavalcata in classifica da paesi in cui il calcio non è considerato neanche sport nazionale, ed è seguito da una minoranza del paese,come ad esempio Norvegia, Finlandia, Svezia,Estonia, Lituania e perfino la Bielorussia, paesi in cui nevica per più di 150 giorni all'anno, dove si vedono stadi all'avanguardia ,quasi sempre semivuoti (lo dico per esperienza diretta) e senza alcuna forma preventiva di sicurezza.
Allora la domanda è sempre la stessa: perchè in Italia, che ha uno dei tre campionati più seguiti al mondo e dove il calcio suscita più interesse anche della politica nazionale (statistiche alla mano) abbiamo impianti che tra tornelli,doppie entrate e gabbie, hanno più le sembianze di una prigione che di un sano luogo di sport?
E' davvero difficile dare una risposta; gli stadi sono ancora sotto la tutela dei comuni che non vogliono privarsene in alcun modo essendo per queste istituzioni solo fonte di guadagno e delegando le spese alle società, e quando è dai campionati del mondo di Italia 90' ,che nel nostro paese non si da importanza agli impianti sportivi, mentre in altre nazioni come Inghilterra e Germania  vengono considerati quasi un luogo sacro. Ancora una volta mi viene da dire che è una questione di mentalità, e che forse, quando in un paese che presenta problemi più seri, si aspetta l'intervento del governo per far fronte alla questione stadi, vuol dire che oltre agli impianti forse abbiamo anche una cultura sportiva di livello inferiore.

domenica 28 novembre 2010

Sport: Riepilogo 14° giornata




In attesa del posticipo del Barbera tra Palermo e Roma, questa 14° giornata ci presenta due pareggi negli anticipi del sabato,con Sampdoria-Milan e Juventus-Fiorentina che terminano rispettivamente con il risultato di 1 a 1.Una Sampdoria che ancora orfana di Cassano vende cara la pelle fermando il Milan al palo e impendendo il tentativo di fuga dei rossoneri.Il Milan di rientro dagli impegni europei in
Champions,si presenta a Marassi con poche idee e al primo spunto del solito Ibra passa in vantaggio con Robinho sul finire del primo tempo, per poi essere raggiunto al 14' della ripresa da Pazzini che si avventa sulla palla dopo una mischia nell'area piccola sotto gli occhi di Abbiati. Buon punto per i blucerchiati che per buona parte del match non riescono proprio a nascondere la carenza di talento che il reparto offensivo e l'impegno del giovane Marilungo non riescono a nascondere. Nel secondo anticipo la Juventus soffre non poco contro una Firorentina che si presenta ancora una volta senza Mutu. Gli ospiti passano subito in vantaggio con autogol di Motta costringendo i bianconeri ad inseguire per quasi tutto il primo tempo. Nella ripresa la squadra di Del Neri cresce impegnando non poco Boruc che con due prodezze riesce a difendere il risultato, sbagliando poi su una punizione di Pepe. Finisce 1-1, un risultato giusto che forse serve più ai bianconeri e lascia l'amaro in bocca alla Fiorentina che aveva accarezzato il sogno dei tre punti.
L'Inter riprende ossigeno in campionato nonostante l'assenza di Samuel Eto'o (squalificato per tre turni) suo giocatore più prolifico fino a questo momento della stagione,rifilando cinque reti al Parma,che passato subito in vantaggio con l'ex Hernan Crespo,non è mai sembrato troppo convinto di crederci, subendo le iniziative di uno Stankovic in uno stato di grazia e che alla fine realizzerà una tripletta.Le altre reti portano le firme di Cambiasso,Crespo che accorcia le distanze (prima della debacle finale) e del rientrante Thiago Motta. L'Inter che non riusciva ad imporsi in campionato dal 29 ottobre,quando riuscì a battere il Genoa in trasferta, torna alla vittoria e a scalare la classifica che la vedeva porsi in una situazione sempre più preoccupante. Le vere novità di questa giornata però,sono la sconfitta del Napoli sul campo dell'Udinese e il pareggio interno della Lazio contro un Catania dell'assente Maxi Lopez.
I partenopei incappano in un turno disastroso dovuto alla scarsa verve di molti dei titolari,alla grande prestazione dei vari Isla, Sanchez ed Inler e ad uno straripante Di Natale che prima induce all'errore l'estremo difensore De Sanctis procurandosi e trasformando un rigore, poi con un bolide che trova l'incrocio dei pali e infine con l'aiuto di un evanescente Hamsik che salta su un calcio d'angolo facendo carambolare la palla in rete. Le uniche risposte del Napoli sono tutte in un tiro di Hamsik che si farà parare anche un rigore da Handanovic e da azione inconcludenti di Lavezzi e Cavani. Tre punti ottimi per l'Udinese e brusco stop per gli azzurri che si fermano a quota 24 in classifica.   Pareggio inaspettato per la Lazio che non va oltre l'1 a 1 contro un Catania che passa in vantaggio con Silvestre e conquista un punto più per demeriti degli avversari che per il proprio impegno. L'unica risposta laziale è un azione personale di Hernanes che agguanta il pari dopo soli 3' minuti dal vantaggio etneo. Biancocelesti che restano a meno tre dalla vetta e che buttano via due punti che potrebbero rivelarsi fondamentali per il prosieguo della stagione. Bologna-Chievo e Brescia-Genoa sono l'immagine riflessa del maltempo che in queste settimane sta flagellando la penisola, il primo match è stato rinviato causa maltempo, mentre Brescia e Genoa hanno pensato più a difendersi dalla fitta neve che a cercare di conquistare un pallone che stentava a vedersi. Partita scialba e priva di emozioni quella giocata nel pantano del Rigamonti che regala un alibi a Iachini salvandogli la panchina, e poche occasioni ad un Genoa mai caparbio e poco volenteroso. Un punto a testa e tutti al riparo.
Il Bari ancora in crisi non va oltre il pari nello scontro diretto con il Cesena che passa in vantaggio con un rigore di Colucci,e conquista un ottimo punto con il minimo sforzo al San Nicola.
Un Bari in continua emergenza si presenta in attacco con il solo Caputo,e con un infermeria ancora piena. Porta a casa un pari che vuol dire ancora crisi piena e fondo della classifica. Seconda vittoria consecutiva invece per il Cagliari di Donadoni che con la doppietta di Matri e il gol di Canini centra la vittoria contro un Lecce che incappa nella terza sconfitta consecutiva e che nonostante mostri impegno sembrano lanciarci un messaggio "questa A è troppo per noi".

venerdì 22 ottobre 2010

Sport: La coppa che scotta

22/10/2010

E' appena trascorso un altro giovedi di coppe che ha chiuso i tre giorni europei per le squadre italiane, e la domanda che il tifoso italiano medio si pone in queste ore è "perchè in campionato c'è bagarre per un posto in Europa?". Molto probabilmente nessuno riuscirà a dare una risposta ma dopo i due giorni di Champions e uno di Europa League è inevitabile avere dei dubbi. Vedere una Roma travolta all'Olimpico da un Basilea,
che seppur una squadra grintosa non è una corazzata in questa competizione, un Milan che diventa un agnellino nelle mani dei giovani leoni del Real Madrid, e con la sola Inter in grado di portare avanti l'onore e la gloria di quello che una volta era il campionato più bello del mondo non è stato per niente esaltante. Ma il crollo maggiore è avvenuto in Europa League dove nessuna squadra italiana è risucita a portare a casa i tre punti, con Sampdoria e Palermo che hanno subito pesanti sconfitte rispettivamente in Ucraina e al Barbera contro il ben più preparato Cska Mosca e con Napoli e Juventus che sono riuscite quantomento a limitare i danni contro Liverpool e Salisburgo,rimandando il discorso tra 15 giorni. Ma facendo un quadro della situazione tutte e quattro le italiane rischiano la qualificazione, la Samp dovrà vincere al ritorno in casa contro gli ucraini, il Palermo dovrà battere lo Sparta Praga per sperare, la Juventus si trova al terzo posto in classifica con tre punti scavalcata dai polacchi del Lech Poznan e non è mai riuscita a dare un gioco convincente in nessuna delle tre uscite, e un Napoli che è atteso da due trasferte insidiose in Olanda e ad Anfield Road e che dovrà giocarsi il jolly nella sfida interna con lo Steaua Bucarest. E' pur vero che ci sono tutte le attenuanti del caso,rose giovani e non abituate a giocare ogni tre giorni, scarsa esperianza internazionale e squadre avversarie più blasonate e quotate, ma quello che vorremmo vedere è la grinta e la determinazione che in queste manifestazioni sono l'arma in più per proseguire e arrivare ad ottenere dei risultati, e la Juve con il suo glorioso passato dovrebbe saperne qualcosa, altrimenti a cosa serve correre e fare a spallate un intero campionato illudendo chi ogni domenica sogna di vedere i propri idoli nel calcio che conta? Tra due settimane per qualcuna ci potrà essere gia il verdetto definitivo,e noi da amanti del calcio ci possiamo solo augurare di essere protagonisti in queste competizioni che per ora vedono partecipi solo migliaia di tifosi e appassionati.