lunedì 16 maggio 2011

Il West Ham retrocede in Championship

foto:dailymail.com
E' definitivo, il West Ham dal prossimo anno giocherà in Champioship, abbandonando dopo sei anni la Premier. In una partita molto combattuta, gli Hammers vanno in vantaggio con una doppietta di Demba Ba, prima di farsi rimontare dal Wigan che conquista i tre punti nei minuti oltre il novantesimo. Il match ha rappresentato al meglio la sventurata stagione del West Ham, in cui non è mai riuscito a dare continuità ai suoi risultati, alternando buone prestazioni a debacle che hanno dell'incredibile. La squadra di Avram Grant, che ha dato le dimissioni appena terminata la partita, domina per tutto il primo tempo andando in rete al 12' con un incornata sotto la traversa di Ba dopo uno splendido cross di Hitlzsperger e al 26' quando sempre il centrocampista senegalese, da distanza molto ravvicinata, devia in rete un colpo di testa di Tomkins. Il Wigan è in balia degli avversari che sembrano aver preso la partita in mano tra lo stupore generale dei tifosi Hammers, che nutrono ancora qualche speranza di salvezza. Nella ripresa, come più volte in questa stagione, cala il buio sul West Ham. Al 56' Tomkins falcia a due metri dalla propria area di rigore Charles N'Zogbia che trasforma e realizza la rete del momentaneo 1-2. Il West Ham inizia a calare e a parte qualche iniziatica personale del nuovo entrato Parker e di Ba, non crea grossi pericoli alla difesa del Wigan. Al 68' crolla la difesa del West Ham e puntuale arriva il pari. Conor Sammon raccoglie un assist di Watson e indirizza la palla nell'angolino. Si fa dura per gli Irons, il pareggio serve a ben poco e resta solo la forza della disperazione. Nel finale ci provano da fuori Hitzlsperger e Carlton Cole, ma il Wigan preme alla ricerca dei tre punti e a recupero quasi scaduto N'Zogbia, con un tiro di sinistro, cancella il West Ham dalla prossima Premier League. Si conclude così una partita e una stagione da dimenticare per il club dell'est londinese, che già lo scorso anno con Gianfranco Zola al timone conquistò la salvezza all'ultima giornata. Avram Grant, alla sua seconda retrocessione consecutiva dopo quella con il Portsmouth lo scorso anno, ha abbandonato la squadra, ritendo di essere l'artefice principale dei risultati conseguiti in questa stagione. Poco importa ai tifosi degli Hammers chi sia il colpevole, l'unica certezza che hanno da oggi in poi è che ad attenderli ci saranno gli insidiosi stadi della Championship, che hanno visto impantanarsi molte squadre che hanno fatto la storia della Premier. E i tifosi del Milwall sono gia li a sfregarsi  le mani.

sabato 14 maggio 2011

Yaya Tourè regala la 132° Fa Cup al Manchester City

foto:zimbio.com
Decide un gol del togolese al 73°, i Citizens tornano a conquistare un trofeo dopo 35 anni
Probabilmente neanche lui credeva che sarebbe entrato nella storia del suo nuovo club la scorsa estate dopo aver vinto tutto col Barcellona. E ha dovuto ricredersi perchè dopo lo scherzetto fatto allo United, è ancora Yaya Tourè a decidere l'incontro più importante degli ultimi 42 anni del City. Il suo sinistro ha il sapore di liberazione per i migliaia di tifosi giunti a Wembley, che a furia di palle gol sprecate pensavano di subire da un momento all'altro la beffa. Perchè la gara è stata davvero a senso unico, dal fischio d'inizio a quello finale, con le parate di Sorensen e la poca concretezza degli attaccanti di Mancini a fare veramente la differenza. Già al 4° Tevez ci prova da fuori ma il portiere danese è bravo ad opporsi. Al 10° la sassata di Yaya Tourè anticipa che oggi è la sua giornata, la palla però si alza di poco sulla traversa. Dopo tre minuti Huth rischia per una manata in faccia a Balotelli in piena area di rigore, ma l'arbitro e i suoi assistenti lasciano proseguire. Al 23° l'italiano ancora protagonista, questa volta con un delizioso tiro a giro che solo questo Sorensen in giornata di grazia poteva deviare in angolo. Ma arriva al 34° l'occasione più clamorosa per i Citizens con Silva che schiaccia troppo da posizione ravvicinata e i Potters ringraziano. Inizia il secondo tempo ma è sullo stesso tema del primo con il City che attacca e lo Stoke pronto a sfruttare eventuali sbavature della difesa avversaria. Ci provano Tevez e Barry ma la mira è imprecisa. Poi al 61° è Lescott a dover ringraziare Hart per il riflesso su Jones che lo aveva sfilato in velocità. Davvero una grande occasione per l'attaccante di Trinitad&Tobago. Le squadre iniziano a cambiare qualcosa per sbloccare il match: Pulis sostituisce Hetherington con Whitehead mentre Mancini prova a rinforzare l'attacco inserendo Johnson per Barry. E proprio un minuto dopo arriva il gol della vittoria di Yaya Tourè che risolve una mischia creatasi nell'area dello Stoke dopo una deliziosa giocata di Balotelli per Tevez sfruttando un rimpallo favorevole. Cade dopo settantatre minuti la muraglia dei Potters che a questo punto, sotto di un gol, provano il tutto per tutto facendo entrare anche Carew e Pugh per Delap e Whelan. Il City invece inserisce Zabaleta e Viera al posto di Tevez e Silva solo per far scorrere minuti preziosi. Lo Stoke City chiude all'attacco ma i tre minuti di recupero non bastano. Primo trofeo inglese per Mancini, al secondo anno alla guida del club dello sceicco Monsour. Ora dopo questo sogno i tifosi del City sperano di realizzarne un altro già il prossimo anno: sfilare la Premier ai cugini più blasonati dello United.
Gerardo Di Vilio

Manchester, pareggio e Premier League

foto:zimbio.com
Basta un pari al Manchester Utd, di quelli di fine campionato quando il caldo (seppur quello inglese) spegne gli entuasiasmi e toglie le ultime forze rimaste, di quelli che con il minimo sforzo ti fanno raggiungere l'obiettivo prefissato ad inizio stagione. Questo è stata la sfida tra Blackburn Rovers e Manchester Utd. I padroni di casa alla disperata conquista di punti per ottenere la matematica salvezza e i Red Devils che cercano di compiere quel passo che li separa dal titolo, puntellato domenica scorsa nella vittoria contro il Chelsea. Il Blackburn passa dopo 19' con Brett Emerton bravo ad impattare un cross dalla destra di Olsson dopo un errore di Kuszczak,  in un primo tempo sotto tono per il Manchester Utd che crea pericoli solo in due occasioni con Nani. Nella ripresa la squadra di Sir Alex scende in campo più aggressiva e dimostra di essere la squadra che sta per vincere il titolo. Dapprima ci prova il sempre verde Giggs che manda la palla a lato di un soffio e poi ancora Nani con poca convinzione. Al 70' Hernandez, che non ha dipsutato una delle sue migliori prestazioni, dimostra però di essere stato un perno importante per la causa Manchester e creando scompiglio nell'area Blackburn impatta contro i guantoni dell'estremo difensore Paul Robinson finendo giù. L'arbitro Dowd, con l'aiuto del guardalinee decreta il calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Rooney che non sbaglia, firma il pari Manchester e butta giù il Liverpool dalla vetta delle squadre più titolate d'oltremanica che non vince più dal 1990. Il punto a testa sembra accontentare entrambe le squadre, meno il Blackburn per la verità dopo i risultati di Wolverhampton e Blackpool è costretto a giocarsi la salvezza all'ultima giornata. Il Manchester con questo punto sale a quota 19 campionati, 12 da quando è cominciato il regna di Ferguson, e diventa la squadra con più Premier in bacheca con una giornata d'anticipo. Sir Alex così a fine partita: "E' un giorno magnifico, ed è stata una bella partita, avevamo milioni di tifosi che ci seguivano per festeggiare con noi questo importante momento. Non è stata una partita facile, e siamo andati anche sotto di un gol, abbiamo avuto sempre difficoltà qui e oggi sembrava non diventare il nostro giorno. E' un derby e loro hanno giocato per la sopravvivenza in Premier, per prendere almeno un punto, ma anche oggi abbiamo dimostrato le nostra qualità." Ferguson dopo i meritati festeggiamenti, potrà tenere a riposo i suoi in vista dell'appuntamento più importante della stagione, la finale di Champions il 28 maggio. Li ad aspettarli ci saranno i blaugrana e Sir Alex sta già prendendo la mira.

giovedì 12 maggio 2011

JUVE,e ora chimatelo fallimento

foto:dailyblog.it
Se c'è ancora qualcuno che credeva nel miracolo Champions dopo lunedì si metterà l'animo in pace. L'ennessima Juve confusionaria,distratta,sciupona e a tratti imbarazzante della stagione pareggia 2-2 in casa contro il Chievo riuscendo nell'impresa di farsi rimontare due reti dai clivensi nel giro di un minuto. Il Chievo con questo punto festeggia, invece, la matematica permanenza nella massima serie. Eppure la serata era partita col piede giusto. Dopo dieci minuti la Juve è in vantaggio grazie al rigore trasformato da Del Piero che festeggia così nel migliore dei modi il rinnovo del contratto. I bianconeri riescono a controllare abbastanza agevolmente le offensive degli uomini di Pioli e vanno due volte vicino al raddoppio con Aquilani che prima deve assistere ad un miracolo di Sorrentino su un suo tiro dai 25 metri e pochi minuti si dispera quando spreca malamente da centro area un cross di Krasic. Nel secondo tempo è ancora dopo dieci minuti che la Juve trova la rete: grande giocata di capitan Del Piero (l'unico ad avere piedi da Juve) che imbecca con un assist al bacio Matri, bravo a battere sul primo palo Sorrentino,la partita sembra finita. Ma con questa Juve tutto è possibile. E infatti dopo un occasione sprecata da Krasic succede l'inimmaginabile. Prima Uribe al 68' accorcia le distanze sulla punizione ribattuta dal legno di Bogliacino, poi un minuto dopo è Sardo a ribadire in rete un palo colpito da Pellisier. I bianconeri si confermano la peggior difesa casalinga dell'intera serie A! In un attimo gli applausi si trasformano in fischi assordanti contro giocatori e tecnico. La Juve almeno ha l'orgoglio di reagire e nonostante produca degli attacchi confusionali manca di fortuna quando colpisce due legni clamorosi con Chiellini, di petto a un metro dalla porta, e con Toni che colpisce di testa e manda la palla a lato . Il Chievo, però,potrebbe addirittura vincerla ma Uribe spreca praticamente a porta vuota. La partita finisce e i tifosi juventini devono assistere all'ennesima festa degli avversari. Probabilmente, al contrario di ciò che sosteneva alla vigilia, Del Neri andrà via al 100%. Per la gioia di tutti i tifosi bianconeri!
Diego Parisi

mercoledì 11 maggio 2011

Juventus, Blanc cede il passo, Aldo Mazzia è il nuovo AD

foto:sport.it
Jean-Claude Blanc ha rimesso le deleghe da amministratore delegato della Juventus ed ha rassegnato le dimissioni da direttore generale. Lo ha fatto oggi durante la riunione del cda della società bianconera che ha nominato nuovo ad il consigliere Aldo Mazzia. Lo stesso cda ha attribuito a Blanc uno speciale incarico per lo stadio, in costruzione a Torino, fino al 30 settembre 2011."Non ho mai pensato di dimettermi nè intendo farlo" disse Blanc alla riunione del Cda del 27 ottobre 2010, riferendosi agli attacchi degli azionisti bianconeri, che gli avevano rinfacciato i numerosi errori, a loro dire, commessi dal dirigente francese negli ultimi anni. In quel Cda, Beppe Marotta non soltanto venne cooptato nel ruolo di Consigliere, ma gli fu anche attribuito un ulteriore ruolo di altissimo profilo all'interno della nuova strutturazione dirigenziale, quello di amministratore delegato e direttore generale dell'area sport. Blanc vide affiancare alla sua figura, una identica ma con incarichi più operativi. Forse l'ormai ex AD vide in questo passaggio un suggerimento lanciatogli dalla società, e oggi si è deciso a rivedere la sua posizione.
fonte:Ansa.it

Un brutto City festeggia l'accesso in Champions

foto:clbuzz.com
Decide l'incontro l'autorete di Crouch al 29°, il Tottenham deve accontentari dell'Europa League.
Inizia alla grande la settimana più importante della storia del Manchester City, che con l'importante vittoria contro gli Spurs torna a disputare la maggiore competizione europea dopo 42 anni. Nel lontano 1969 i Citizens conquistarono anche la Fa Cup che proprio sabato i ragazzi di Mancini si contenderanno nella finale di Wembley con lo Stoke City di Tony Pulis, sulla tribuna del City of Manchester proprio per visionare i suoi prossimi avversari. Ma la gara dei padroni di casa è stata tutt'altro che brillante, anzi probabilmente il Tottenham meritava qualcosa in più della sconfitta, uscendo vincitore nel possesso palla e nei tiri totali ma ahi loro non nel risultato. Il manager italiano cambia due uomini rispetto alla gara di Goodison Park mente Redknapp deve fare a meno di Gomes, out per problemi alla schiena, e al suo posto torna titolare Cudicini. Parte bene i Citizens, all'8° Yaya Tourè ci prova col sinistro, ma il suo tiro termina a lato. Al 10° la loro prima grande occasione: dopo una sponda di Dzeko per Silva, lo spagnolo ricambia il favore e serve in area il bosniaco che calcia a botta sicura ma Cudicini è bravo a respingere d'istinto. Risposta degli Spurs al 20° con Modric, ma il suo violento sinistro è deviato in angolo da Milner. Dopo sei minuti conclusione alle stelle di Crouch. Niente a che vedere col gol che si divora con Modric poco dopo: Lennon dopo una grande azione personale serve al centro il croato che piazza di piatto destro ma angola troppo il tiro che rasoterra sfiora il palo. Davvero clamorosa l'occasione sprecata da centrocampista degli Spurs, anche perchè poco dopo, esattamente al 29°, arriva la rete che decide il match. Su un corner contestato dagli ospiti Milner chiama l'uno-due con Johnson, crossa al centro e Crouch mette goffamente in rete firmando un clamoroso autogol. A questo punto la gara del City si fa in discesa. Al 31° Palacios è costretto ad uscire per infortunio, al suo posto entra un Pienaar non al meglio della condizione. Cinque minuti dopo altra palla gol per i Citizens ma il sinistro di Silva si alza di poco sulla traversa. L'ultima occasione degna di nota nel primo dei quattro minuti d recupero concessi dall'arbitro: destro al volo di Van der Vaart che Hart blocca senza affanno. Termina cosi un primo tempo di minimo sforzo e massimo rendimento per la squadra di casa. La seconda frazione di gioco parte col brivido per i suoi tifosi  che devono rigraziare Hart autore di un autentico miracolo sul colpo di testa di Pienaar, servito dal sempre pericoloso Lennon. Al 57° un altro cambio forzato, ma questa volta per Mancini: Zabaleta si procura un taglio dopo uno scontro aereo con Crouch e al suo posto entra Kolarov. Due minuti dopo altro destro a volo di Van der Vaart ma dalla conclusione in orbita si capisce subito che non è il suo piede preferito. Altro doppio cambio: nel City Viera prende il posto di Johnson mentre il Tottenham tenta la carta Defoe per lo sfortunato Crouch. All'81° è Dzeko a spedire il pallone altissimo, opaca la prova dell'ex centravanti del Wolfsburg. Sono minuti di sofferenza per i padroni di casa che tentano di arrivare al gol della sicurezza inserendo Tevez, al rientro dopo l'infortunio muscolare, al posto di Silva. Ma all'86° è Viera ad avere la palla del ko per gli Spurs, il suo colpo sotto però viene tolto dalla porta da un gigantesco Gallas che dopo è costretto ad uscire per far posto a Kaboul. Ancora cinque minuti di recupero palpitanti con Cudicini che nega a Tevez la gioia del ritorno al gol proprio allo scadere. Può bastare cosi, City ai preliminari di Champions evitabili solo grazie ad un improbabile sorpasso sull'Arsenal,  terzo distante soli due punti e altrettante gare alla fine del campionato. Aumentano a questo punto i rimpianti per la sconfitta con l'Everton, ma adesso vale solo la pena di godersi un momento cosi bello, lontano quasi mezzo secolo.
Gerardo Di Vilio

lunedì 9 maggio 2011

Il West Ham e l'incubo Championship

foto:parolibero.it
Nei dintorni di Upton Park nell'intera zona est di Londra, da Bow a Dagenham non tira di certo una buona aria. Il West Ham, che nei sobborghi est si può definire più un credo che una semplice squadra di calcio,  nell'anticipo  di sabato pomeriggio in Premier non è riuscito ad andare oltre il pari contro il Blackburn Rovers, mettendo più di un piede in in Championship. Gli "Hammers" rendono così molto complicata la loro permanenza in Premier, e la vita di quelle migliaia di operai della Dangenham Motors e pendolari che si recano ogni giorno nella City. Il Blackburn, guidato da Steve Kean, nello scontro diretto, da subito ha dimostrato di avere le idee più chiare, e ad Upton Park è giunto con l'intenzione di conquistare l'intera posta in palio, che gli avrebbe regalato la matematica salvezza. Il West Ham ha toppato ancora portando a casa solo un pari che equivale ad una sconfitta. A complicare le cose agli Irons, ci ha pensato l'attaccante dei Rovers, Jason Roberts, che al 12' su assist di Brett Emerton, sigla il vantaggio Blackburn con un tiro di sinistro da distanza ravvicinata . Il West Ham tenta un assalto disperato, con poche idee e guidato solo dalla rabbia per una stagione disastrata quanto sfortunata. Carlton Cole si batte come un dannato li davanti facendo a sportellate con i difensori dei Rovers, Wayne Bridge, di sicuro non in condizione smagliante, tenta qualche cross alla disperata al centro con poca precisione, senza trovare mai nessun compagno pronto e Boa Morte e Hitzlsperger tirano solo da lontano con poca convinzione. Il Blackburn tiene come può e in contropiede cerca il colpo del ko,  dapprima con Roberts e poi con il nuovo entrato Santa Cruz. La squadra di casa, guidata da Avram Grant, al 67' va vicino al pari con Demba Ba, ma la palla finisce di poco a lato. Dopo dieci minuti il lavoro di Carlton Cole viene finalmente premiato. Il numero nove degli Hammers controlla un ottima palla e dopo averla difesa tra i due mastini Samba e Givet la serve a  Hitzlsperger che dai 30 metri trova l'angolino basso alla destra di Green che non può nulla. Esplode il misto tra rabbia e gioia dei tifosi degli "Irons" che vedono la propria squadra conquistare un punto che serve a poco. Avram Grant a fine partita "Forse questa partita ha descritto alla perfezione la storia della nostra stagione. Siamo stati superiori e creato tante palle gol negli ultimi dieci minuti ma non abbiamo segnato. E' successo sempre questa stagione, e questo ci è costato anche oggi due punti, ma abbiamo tenuto viva qualche ultima chance di farcela". I tifosi, la vedono diversamente, e da tempo non hanno più fiducia in un allenatore che lo scorso anno è retrocesso con il Portsmouth. Da oggi sono tutti un pò più rassegnati nella periferia est della City e sotto il Bobby Moore stand sventolano solo le maglie dei ragazzini che giocano a pallone.

Game over Chelsea, United virtualmente campione

foto:zimbio.com
Il 2-1 finale consegna di fatto il titolo ai Red Devils, per Ancelotti fine del sogno e probabilmente della sua avventura alla guida dei Blues
Nella calorosa bolgia dell’Old Trafford gli uomini di Sir Alex Ferguson dominano la gara più attesa e decisiva dell’anno e conquistano, anche se manca ancora un punto alla certezza matematica, il diciannovesimo titolo di campioni d’Inghilterra. Che la partita fosse particolarmente sentita questo lo si sapeva, ma nessuno mai poteva immaginare che dopo appena 42 secondi dal fischio iniziale dell’arbitro Webb i padroni di casa potessero già passare in vantaggio. Ma tutti si sono dovuti ricredere quando hanno visto Park lanciare Hernandez tra le maglie della difesa del Chelsea, approfittando delle amnesie di Luiz e Terry, e a tu per tu con Cech siglare la rete dell’1-0. Partita in salita dopo neanche un minuto dunque per gli ospiti che invece di cercare subito la reazione rischiano già il tracollo: al 7° Rooney ci prova da fuori ma Cech questa volta compie un autentico miracolo mettendo in angolo. Dopo soli tre minuti è l’autore del gol ha fallire da ottima posizione sul perfetto cross di Park. Al 14° un indemoniato Rooney ci riprova dal limite dell’area e questa volta il pallone sfiora il palo alla destra del portierone ceco del Chelsea. Al 18° i Blues cercano di rientrare in gara, ma un doppio intervento di Van der Sar prima su Drogba e poi su Kalou gli nega il pari. Ma al 22° arriva il raddoppio: Park salta Ivanovic, calcia dal limite e Cech mette in angolo come può. Sugli sviluppi del corner, cross di Giggs e Vidic sbuca nella mischia e di testa fa il 2-0. Gara già in cassaforte per lo United che a metà frazione di gioco ha già in pugno la vittoria. Il Chelsea con la forza della disperazione riprova  a tornare in gara prima con Kalou, poi con due velenose punizioni di Drogba, ma una volta Van der Sar poi la mira imprecisa dell’ivoriano fanno intendere che è decisamente una giornata no. Lo United domina e la sua forza sa essere quella di trasformare ogni occasione in una palla gol pericolosa per gli avversari. Nel secondo tempo allora Ancelotti prova a cambiare qualcosa in mezzo al campo, sostituendo Luiz con Alex e Mikel con Ramires. Ferguson invece toglie O’Shea, in campo al posto dell’indisponibile Evra, ed inserisce Evans. Ma la manovra del Chelsea continua ad essere alquanto sterile, mentre lo United al 52° recrimina per un fallo di mano in area di rigore di Lampard che sembra netto. Al 61° ultimo cambio per i Blues: esce Kalou ed entra Torres per tentare l’assalto finale. E infatti dopo sette minuti arriva il gol del Chelsea che riaccende la speranza di rimonta: cross di Ramires, colpo di testa di Ivanovic e palla che finisce sul sinistro di Lampard che non sbaglia. Ma un minuto dopo Ancelotti deve ringraziare Alex che col suo salvataggio dopo il tiro a botta sicura di Rooney evita ai suoi di capitolare amaramente. Il finale di gara è di marchio Red Devils, prima con una doppia occasione di un sublime Rooney, decisamente il migliore in campo, poi con il clamoroso errore di testa sotto misura di Hernandez che non riesce a chiudere la gara solo davanti a Cech. Dopo un buon tiro di Torres terminato di poco a lato arriva l’ultimo cambio dello United: Fabio esce tra gli applausi dei suoi tifosi concedendo gli ultimi minuti di gloria a Smalling. Allo scadere del quarto minuto di recupero può avere inizio la festa sugli spalti e sulla panchina di Ferguson, che festeggia come se avesse conquistato oggi il titolo. Manca l’aritmetica, ma con uno United cosi sembra essere solo un dettaglio da poco. 
Gerardo Di Vilio

venerdì 6 maggio 2011

Serie B: Via il segno X dal prossimo campionato

foto:sport.it
Il Presidente di Lega della serie B, Andrea Abodi ,ha parlato delle novità che si potrebbero attuare nel futuro campionato della serie cadetta. Già nella trasmissione 'Studio 1 Stadio' dell'emittente tv Studio 1, il presidente aveva espresso la sua volontà di portare innovazione per rendere viva e più competitiva la serie B. Queste le sue parole in un collegamento telefonico con l'Ansa, "Nella nuova Serie B non ci saranno piu' i pareggi e si sta pensando di ritornare alle maglie con i numeri dall'1 all'11. Abbiamo il pensiero di non far terminare piu' le gare con il segno X, introducendo rigori o 'shootout'''. ''Sono cose che si valutano assieme e si decidono con la Federcalcio''. 
Fonte:Ansa
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giovedì 5 maggio 2011

Il Manchester raggiunge il Barcellona in finale

foto:zimbio.com
Lo United da appuntamento a Wembley al Barcellona. Nello stadio in cui i Red Devils vinsero la loro prima Coppa Campioni, sfideranno Messi e suoi in una finale che si prospetta più avvincente che mai. Questa sera il Manchester Utd., con Guardiola ad osservarlo in tribuna, ha archiviato la pratica Schalke04 con un netto 4-1. La squadra di Ferguson si presenta all'appuntamento con la testa al campionato e alla supersfida di domenica contro il Chelsea, e schiera in campo un undici titolare privo della coppia centrale Vidic-Ferdinand, di Hernandez, di Giggs e Rooney, decisivi nella sfida d'andata a Gelsenkirchen. La squadra di casa, nonostante giochi con le seconde linee, riesce comunque ad imporre i propri ritmi e a frenare le iniziative dello Schalke che in più di un occasione ha dimostrato di volerci seriamente provare. Le speranze dello Schalke, vengono subito spazzate via alla prima azione costruita dallo United, Gibson, con un passaggio filtrante trova Valencia, che davanti ad un irriconoscibile Neuer insacca di piatto destro. Neanche quattro minuti dopo e sempre Gibson trova il raddoppio con un tiro debole e apparentemente innocuo, ma la poca prontezza di Neuer, impegnato ancora a lustrarsi i guantoni per la memorabile prestazione dell'andata, regala il doppio vantaggio al Manchester. Lo Schalke non si arrende e Jurado al 35' raccoglie una palla vagante beffando Van der Sar, siglando il 2-1 e la fine del primo tempo. Nella ripresa, Rangnick rivede la formazione e tenta il tutto per tutto, ma ad avere il pallino del gioco sono sempre i Red Devils. Dopo una rete annullata a Smelling, a metà ripresa, Evra tenta un affondo e mette una palla al centro, Anderson arriva puntuale, ma prima si fa respingere la conclusione e poi è bravo a raccogliere e a trafiggere Neuer. Lo Schalke a questo punto molla la presa, e si lascia travolgere dalla voglia di fare dei giovani reds, affondando sotto i loro colpi. A 10' minuti dal termine, è ancora Anderson che chiude definitvamente l'incontro. Berbatov, serve una bella palla al giovane portoghese che a porta sguarnita deve solo depositare in rete. Questo Manchester, anche con le riserve, è troppa roba per i tedeschi che concludono comunque ottimamente la loro stagione europea. Il 28 maggio,Sir Alex sarà davvero felice di fare gli onori di casa.

martedì 3 maggio 2011

Il Barcellona prenota il biglietto per Wembley

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Si è appena concluso l'ultimo atto di Barça-Real Madrid e dopo quattro incontri ci sarebbe un risultato di perfetta parità con una vittoria a testa e due pareggi, ma ai fini degli obiettivi stagionali i blaugrana hanno avuto sicuramente la meglio. Questa sera al Camp Nou, il ritorno della semifinale di Champions League si è concluso con il risultato di 1-1e nonostante le merengues abbiano provato in tutti i modi a recuperare lo 0-2 dell'andata, il Barcellona ha conquistato un pass per la finale di Wembley. Mourinho assiste dalla stanza dell'hotel alla partita, a causa della squalifica rimediata nella partita d'andata e ripresenta dall'inizio nell'undici titolare Kakà e Higuain. La squalifica di Pepe e Sergio Ramos costringono il Real a schierare una difesa sperimentale con Arbeloa, Albiol, Carvalho e Marcelo. Guardiola mette in campo la stessa formazione dell'andata,con l'aggiunta del recuperato Iniesta. Le reti, sono arrivate entrambe nel secondo tempo,dopo i primi 45' in cui è stato il Barcellona a fare la partita e a creare pericoli alla retroguardia merengues, dapprima con Busquests che ci prova di testa e poi il solito show del trio delle meraviglie blaugrana.  E' il solito Casillas ad evitare che la barca affondi prima del tempo e a rispondere colpo sul colpo a Messi, Villa e Pedro che si scatenano nella trequarti Real. Nel secondo tempo la squadra di Mourinho non ha nulla da perdere e scende in campo più determinata. Dopo appena 5' dall'inizio della ripresa, Cristiano Ronaldo va via in velocità e, commettendo fallo su Dani Alves, serve Higuain che insacca alle spalle di Valdes. De Bleckeere annulla e decreta un calcio di punizione per i blaugrana. Nel momento migliore, arriva la doccia fredda per il Real. Su un capovolgimento avversario, Iniesta trova un corridoio e serve alla perfezione Pedro che insacca da solo davanti a Casillas. I madrileni non si perdono d'animo e dopo 10' trova il pari, Di Maria dopo un dribbling vincente centra il palo, la palla gli carambola addosso e con freddezza riesce a servire l'accorrente Marcelo che sigla l'1-1 . A questo punto il Barça tiene il risultato e rompe il gioco avversario grazie anche ad uno straordinario palleggio, marchio di fabbrica della corazzata blaugrana.. Nel finale,Guardiola da spazio ad Abidal, al rientro dopo il delicato intervento al fegato per un tumore,  che  entra sul rettangolo verde accolto da un'ovazione dell'intero pubblico del Camp Nou. Giusto in tempo per festeggiare l'ennesima finale conquistata anche grazie ad un superlativo Messi, sempre più somigliante ad un fenomeno d'altri tempi.

Juve: una vittoria che aumenta solo i rimpianti

foto:sport.it
Nel monday night della 35a giornata la Juve espugna l'Olimpico di Roma e mantiene qualche fievole speranza di accedere all'Europa che conta...la Lazio dal canto suo si fa sfuggire l'occasione di ipotecare l'accesso ai preliminari di Champions e ora il suo vantaggio è di un sol punticino sui cugini della roma e sull'udinese mentre il distacco dai bianconeri di torino si riduce a +4 punti. Pubblico delle grandi occasioni all'Olimpico, oltre 50.000 spettatori,ma lo spettacolo offerto dalle due squadre nn è degno di tale cornice. Sarà la tensione per la posta in palio ma le squadre sembrano fin dall'avvio contratte. Nel primo tempo è la lazio,comunque,che cerca maggiormente la via della rete. La juve si difende e cerca di nn lasciare il fianco alle ripartenze dei biancocelesti .La prima vera occasione capita sulla testa di Brocchi che da buona posizione non centra la porta. Al 33' è Floccari ad impegnare Buffon. Tre minuti dopo è la Juve, però a sfiorare il goal: Lichsteiner svirgola di testa e regala palla a Matri che però spreca complice anche l'ottimo intervento di Muslera. Il primo tempo è tutto qui. Anche il secondo tempo nn sembra smuoversi da questo copione,ma è ancora brocchi al 53' ad avere la palla buona x il vantaggio. Il suo tiro da centro area su cross di Lichsteiner finisce di poco alto. A metà tempo, i biancocelesti invocano un rigore per un dubbio contatto in area tra Chiellini e Floccari. Pochi minuti dopo è Hernanes con un gran tiro dai 25 metri ad impensierire seriamente Buffon che si salva in angolo. Ma all'80' la gara subisce una svolta: fallo di Ledesma, già ammonito, su Melo lanciato in contropiede. La Lazio rimane in dieci. E la Juve, quindi, decide che forse è arrivato il momento di alzare il baricentro e rischiare qualcosina in più.Dopo la contestata,dai tifosi laziali,sostituzione tra zarate e bresciano la Juve passa all'87': il neo-entrato Toni svirgola un cross dalla destra, la palla finisce sui piedi del liberissimo Pepe che in diagonale beffa l'incolpevole Muslera. Una rete che mette k.o la Lazio che nn ha nè il tempo nè la forza per poter reagire. La Juve si aggiudica l'intera posta in palio , probabilmente oltre i propri meriti, che la rilanciano in classifica. Una vittoria che aumenta i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. 
Diego Parisi

lunedì 2 maggio 2011

Il Queens Park Rangers batte il Watford e torna in Premier League

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Sono trascorsi 15 lunghi anni dall'ultima apparizione in Premier League del Queens Park Rangers. Da ieri, il club di Loftus Road è di nuovo nella massima serie inglese con una giornata di anticipo, dopo aver battuto per 2-0 il Watford e aver allungato sul Norwich City,  altro probabile promosso, distante 8 punti e in attesa di scendere in campo questa sera contro il Portsmouth. Nonostante ci sia grande gioia nel West London per i risultati conseguiti sul campo, pende ancora qualche incertezza sull'esito positivo della stagione, dovuta al probabile arrivo di una penalizzazione, si parla di 14-15 punti, per aver schierato nella scorsa stagione il centrocampista argentino Alejandro Faurlin, appartenente solo per una terza parte alla squadra di Briatore. Se non ci sarà qualche brutta sorpresa, gli uomini di Neil Warnock, saranno meritatamente i campioni della Championship.Un successo che i giocatori del Queens P.R. hanno saputo costruire fin da subito. Spinti dalle qualità del centrocampista marocchino Abdel Taarabt, capitano della squadra, gli "Hoops" hanno puntato dritti alla promozione, vincendo sette delle prime otto partite e pareggiando solamente 2 a 2 contro il Derby Conty alla quarta giornata. Salvo un periodo di leggero calo in ottobre con quattro pareggi consecutivi, che hanno costretto Warnock a riorganizzare la squadra, i Queens P.R. hanno lasciato poco per strada, strappando due successi importanti in casa di Cardiff e Reading, dirette rivali per la promozione. Nel girone di ritorno i "Bluebirds" hanno inanellato 11 risultati utili consecutivi, conquistando un nuovo record di imbattibilità e arrestando la propria corsa solo nei due pareggi interni contro Cardiff e Hull City. Ieri, battendo i Watford, il Queens Park Rangers ha completato il suo capolavoro e realizzato il sogno di sfidare ancora una volta le grandi della Premier League. Oltre al coach Neil Warnock, che ha vinto per la sesta volta la Championship, i protagonisti principali della storica cavalcata sono stati Wayne Routledge, in prestito dal Newcastle e rivelatosi ottimo assist-man, Paddy Kenny, la certezza dell'undici titolare che ha blindato i pali per un'intera stagione e il capitano Abdel Taarabt scuola Tottenham, vera marcia in più e autore di spettacolari goal nei momenti più importanti del campionato. Dal tardo pomeriggio di ieri, nell'ovest della City i festeggiamenti continuano, sperando che la sentenza della Football Association, attesa per il prossimo venerdì, non spenga gli entusiasmi di un intera tifoseria e impedisca agli uccelli blu di tornare gloriosamente a volare nel già cupo cielo londinese.

I Citizens di misura battono il West Ham

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Il 2-1 finale blinda il preliminare di Champions, per gli Hammers ora speranze di salvezza appese a un filo.Vittoria non agevole ma meritata quella del Manchester City che davanti al pubblico amico batte anche il West Ham e consolida il quarto posto col +7 sugli Spurs e lo scontro diretto da disputare in casa il prossimo 10 Maggio. In effetti poteva essere anche più largo il risultato a favore della squadra di Mancini ma Green, un legno e la poca precisione sotto porta del City hanno fatto sperare fino alla fine gli ospiti che però non sono riusciti ad agguantare il pari. Le intenzioni di chiudere subito il match erano palesi sin dalle prime battute di gioco, al 3° infatti Balotelli è vicino al gol ma il suo colpo di testa termina a lato. Poco dopo ci provano prima Barry e poi Johnson, ma entrambe le conclusioni non impensieriscono Green. Ma al 10° arriva la rete del vantaggio del City: sugli sviluppi di un corner De Jong dalla distanza piazza col destro il pallone nell’angolino dove l’estremo difensore degli Hammers non può arrivare. 1-0 City. Dopo appena quattro minuti c’è pure il raddoppio dei padroni di casa: delizioso assist di Silva per Zabaleta che controlla e calcia in porta, Jacobsen cerca il salvataggio sulla linea in scivolata ma spedisce la palla in rete. Al 14° è già 2-0 per i Citizens. Al 25° Upson è costretto alla sostituzione per un risentimento alla coscia, al suo posto entra Da Costa. Al 31° ghiotta occasione per gli Hammers di riportarsi sul pari con Keane che lanciato a rete da Sears a tu per tu con Hart si fa chiudere lo specchio dal portiere della nazionale inglese. Ma dopo un minuto arriva la rete che accorcia le distanze per il West Ham: un fallo di braccio di Kompany non segnalato per vantaggio serve involontariamente Ba che mette in rete riaprendo i giochi. Dopo due minuti di recupero termina un bel primo tempo con il City che credeva di aver già chiuso la pratica ma che a questo punto deve mantenere alta la concentrazione per la seconda frazione di gioco. Il secondo tempo si apre con la prima sostituzione dei Citizens: esce l’autore del gol De Jong ed entra Milner. Al 54° Balotelli è sfortunato perché il suo terzo a giro impatta sulla traversa dopo un contropiede partito da Silva, sulla respinta del legno poi Yaya Tourè si fa ipnotizzare da Green. Al 62° altra occasione per SuperMario ma questa volta è Tomkins a negargli la gioia del gol salvando sulla linea dopo che Silva l’aveva servito mettendo a sedere Green. Al 65° inizia il valzer delle sostituzioni con il West Ham che si gioca il tutto per tutto inserendo Cole e Obinna al posto di Keane e Boa Morte. Nel City invece Dzeko prende il posto di Barry e passa dal 4-2-3-1 al 4-4-2. All’80° tiraccio di Ba che termina alto alla destra di Hart, troppo poco per una squadra che oggi si giocava la stagione. Dopo la sostituzione di Balotelli con Viera, un paio di occasioni capitano sul sinistro di Silva ma la mira è imprecisa. Tre i minuti di recupero concessi da Webb prima del fischio finale che consegna al City tre punti fondamentali per una storica promozione per l’Europa che conta. Dalle parti di Upton Park invece è notte fonda.
Gerardo Di Vilio