lunedì 29 novembre 2010

Calcio: Barça-Real Madrid: mès que un clasico

Sarà forse per l’impoverimento delle rose che per far quadrare il bilancio non vedono più presidenti pronti a sborsare cifre esorbitanti per accaparrarsi i maggiori esponenti del calcio moderno o per il calo tecnico ed agonistico del nostro “derby d’Italia”, ma un dato è certo: le vicissitudini  del nostro sport nazionale non suscitano più interesse negli appassionati del calcio mondiale; ne abbiamo avuto ulteriore  prova durante tutta la settimana, assistendo, con un po’ di rammarico, all’incessante attenzione mediatica volta al match di stasera fra le due big del calcio mondiale: Barça e Real Madrid.
Altissimo il valore tecnico delle due squadre, con tredici campioni dell’ultimo campionato del mondo: otto vestiranno blaugrana, cinque la camiseta blanca e
ben dieci calciatori  candidati al pallone d’oro.
 Il derby iberico vedrà da una parte Messi, sette volte a segno in otto “clasici” disputati (per lui anche una tripletta nel 2007), puro talento per tutti gli amanti del pallone, e dall’altra Cristiano Ronaldo, mai andato a segno contro i catalani. Quello di stasera, il derby di Spagna, il derby del mondo, non sarà solo un mero confronto agonistico tra due squadre galattiche, che infiammeranno lo stadio e gli spettatori di tutto il mondo per quei tre punti,o lo scontro tra due condottieri come Guardiola, pacato e rassicurante, e Mourinho, più libero ed esuberante,   e non sarà neanche la partita che sancirà la supremazia definitiva di una team sull’altro ai fini della liga; il confronto tra Barça e real  da sempre va oltre il calcio: è questione di storia, di politica, non solo di gol.
È la storia degli opposti, tra due modi di pensare, tra due popoli diversi nella vita, tra le due parti della Spagna che a volte faticano a convivere; tra i catalani animati da uno slancio autonomista, voglioso di indipendenza, come dimostrano  le recentissime elezioni regionali che hanno consegnato la vittoria al partito del Ciu di stampo nazionalista, e i madrileni, attaccati visceralmente a quel palazzo del potere tanto odiato dai “Culés”. E' l’eterna differenza fra due squadre gestite in modo opposto, in due modi di intendere il calcio: la perseveranza nel coltivare i giocatori del proprio vivaio, nel caso dei catalani, e la spasmodica ricerca del campione, della stella affermata da comprare e convertire in business, nel caso dei madrileni.
Sembra davvero il trionfo dell’antetitesi, quello che avrà vita stasera alle 21.00 al Camp Nou, ma andando a fondo, un comun divisore c’è: sono i club più ricchi del mondo. Una ricchezza un po’ farlocca, a dire il vero, visti i cinquecento miliardi di debito per il Real e poco meno per i blau grana; cosa da non sottovalutare, in epoca di fair-play finanziario.


V.D'E.


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